Diario di bordo

Le nostre esperienze...

5 commenti:

  1. Siamo finalmente arrivati all’Aquila!




    Mi aspettavo una città esternamente più distrutta ma mi hanno detto che il peggio si trova in centro.

    Come primo appuntamento siamo andati ad incontrare un gruppo di ragazzi che occupano un asilo nido.

    Sono tutti ragazzi che appartengono a varie categorie di cittadini ma soprattutto sono studenti.

    Hanno deciso di occupare l’edificio per dimostrare che si può fare qualcosa di costruttivo per la popolazione, infatti questo stabile è stato adibito a varie funzioni: ritrovo per studenti, palestra, sala multimediale, punto internet, biblioteca, sala prove, cucina.

    Ci hanno parlato dei problemi logistici in cui si trovano gli aquilani e di tutte le difficoltà che la ricostruzione della città, ma soprattutto del centro storico, comporta. L’amministrazione locale e quella nazionale sembrano aver dimenticato i bisogni di queste persone che non vogliono lasciare la loro città e che per questo lottano.


    Mi ha colpito la loro forza di assicurarsi un futuro in questa città e la loro determinazione.Mi ha colpito la loro forza di assicurarsi un futuro in questa città e la loro determinazione.

    Purtroppo sono soli, a parte l’aiuto di qualche associazione locale e di alcuni cittadini, si sentono abbandonati dall’amministrazione ma in loro vince la volontà di andare avanti a tutti i costi nella loro “lotta”.

    Hanno anche detto che tanti ragazzi se ne sono andati dalla città e che c’è stato un calo demografico abbastanza evidente: tutto dovuto alla mancanza di sicurezza non tanto geologica quanto logistica (mancanza di spazi per continuare a svolgere una vita normale).

    Comunque sono persone che hanno la volontà di lottare, senza arrendersi davanti ad ostacoli che sembrano quasi insormontabili.

    Mi ha colpito anche, la sicurezza con cui portano avanti la loro battaglia.



    Annamaria di Imola (gruppo AMA “al di là delle voci” – Imola)

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  2. Ciao cari studenti e studentesse dell'Alessandro! Vi scriviamo dall'hotel 99 cannelle al L'Aquila! Siamo finalmente arrivati dopo otto ore e mezzo di viaggio,anche se ci siamo divertiti davvero molto! Eravamo partiti con lo spirito giusto, valorizzando il percorso che si deve compiere per arrivare in un determinato posto. In questo modo abbiamo avuto l'opportunità di conoscerci tutti meglio attraverso le discussioni, i canti e soprattutto le tante risate..
    Abbiamo fatto tre cambi con il treno: Imola,Ancona,Pescara,Sulmona,L'Aquila e quando siamo arrivati tutti i nostri compagni di viaggio (Anpis e i diversi dipartimenti della salute mentale della regione) ci aspettavano nella stazione con striscioni e musica! Per un momento ci siamo sentiti come a casa, non potevamo trovare migliore accoglienza. A domani! :)

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  3. Grazie a chi mi ha fatto partecipe di questo straordinario viaggio, di chi ora sento legato a me da uno di quei fili che si creano solo in certe situazioni, di quelli che, nonostante tutto, non si sciolgono e non si riescono mai a capire.
    Grazie agli altri 15 ragazzi che hanno fatto parte del mitico gruppo “scienze sociali e sociopsico pedagogico di Imola in missione a L’Aquila”, grazie agli SPECIAL BOYS, al gruppo Anpis, Galapagos e a tutte quelle persone che mi hanno fatto capire che i veri “matti” sono quelli che non hanno un briciolo di umiltà. Grazie ai familiari delle vittime del terremoto che hanno saputo raccontarci il loro dolore con ammirevole lucidità, grazie ai vari comitati che ci hanno mostrato il vero de L’Aquila, quella che la televisione censura in maniera vergognosa, e che combattono spaventosamente ogni singolo giorno, anche ammettendo che prima del nostro arrivo l’attenzione volta al terremoto è scemata lasciando uno squallido posto all’abitudine. Grazie ai ragazzi di Case matte e 3.32, a quelli del liceo Cotugno, a quelli che ci hanno accolti nella loro nuova scuola(visto che la vecchia sede è completamente distrutta)amorevolmente, e non finirò mai di ringraziarli per le lacrime che timidamente abbiamo visto versare da qualcuno di loro, preside(uno di quelli veri)compreso. Grazie a chi ha ringraziato noi, ha chi è stato contento definendo le nostre conversazioni pure, quando non hanno la minima idea di quello che LORO hanno dato gratuitamente a noi. Grazie alle spiegazioni nella sede CGIL, e un grazie anche molto ironico alle stupidaggini raccontate da ipocriti assessori.
    Grazie a quei 3 aquilani in croce che hanno permesso alcuni di noi di accedere alla zona più rossa de L’Aquila, grazie alle foto che ho potuto fare, grazie a tutto quello che ho visto.
    Grazie a Sele, Milena e Giulia, straordinarie compagne di stanza e di viaggio, grazie per tutto quello che avete provato insieme a me, siete straordinarie
    E in particolare: grazie, GRAZIE, G R A Z I E agli aquilani in generale, a Mariantonietta Rossella e Tosa che hanno creato questo stage, grazie alla Rizzi, e soprattutto grazie a Guglielmi, che dopo 12 anni mi ha finalmente fatto capire cosa significa veramente la parola Scuola.
    Scusate la sviolina e le sdolcinerie, ma questo ci voleva!
    Grazie a chi mi ha fatto venire la morbosa e insana voglia di credere che questo mondo si deve e può cambiare.
    (Scusate la sviolina e le sdolcinerie, ma questo, cazzo, ci voleva!)
    Ero partita con una domanda: nonostante Tutto, si può andare avanti?
    Sì, sì che si può.
    Silvia

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  4. (perdontmi l'errore grammaticale "ha", l'ho notato ora!)
    Silvia

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  5. «L'importante è che abbiamo dimostrato che l'impossibile può diventare possibile. Dieci, quindici, venti anni addietro era impensabile che il manicomio potesse essere distrutto. D'altronde, potrà accadere che i manicomi torneranno ad essere chiusi e più chiusi ancora di prima, io non lo so! Ma, in tutti i modi, abbiamo dimostrato che si può assistere il folle in altra maniera, e questa testimonianza è fondamentale. Non credo che essere riusciti a condurre una azione come la nostra sia una vittoria definitiva. L'importante è un'altra cosa, è sapere ciò che si può fare. E' quello che ho già detto mille volte: noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo, non possiamo vincere. E' il potere che vince sempre; noi possiamo al massimo convincere. Nel momento in cui convinciamo, noi vinciamo, cioè determiniamo una situazione di trasformazione difficile da recuperare.»

    Franco Basaglia

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